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ICONOCLASTI
Dr. Elio F. Gagliano
2 Febbraio 2013
Siffatto (s)ragionamento da parte di una istituzione creata per garantire il benessere fisico e psichico delle persone, è di una squallore tale da farti venire il latte alle ginocchia e farti invocare una commissione d'inchiesta sia per stabilire se i suoi componenti godano di un sano stato mentale, sia per verificare l'occulto (si fa per dire) consociativismo con l'industria farmaceutica.
I profani si chiederanno che cosa c'entra la sigaretta elettronica con Big Pharma. E' presto detto:
La sigaretta elettronica è stata concepita e realizzata per sostituire la normale sigaretta con l'intento di cattivarsi i fumatori i quali, non potendosi godere una fumatina in qualsiasi posto coperto, e in sempre più rari luoghi all'aperto, possono appagare il loro desiderio, non solo non inalando sostanze nocive ma, con l'aggiunto beneficio di non produrre alcun fumo passivo.
Il suo successo è stato (probabilmente) superiore alle aspettative: milioni di fumatori, nel mondo, affermano di aver ridotto notevolmente il numero di sigarette usualmente fumate e, moltissimi, sono diventati ex-fumatori!
Ricapitolando, Big Pharma e Sigaretta elettronica si rivolgono agli stessi consumatori e, pertanto, sono in competizione.
La prima offre prodotti farmacologici per smettere di fumare, richiede una cosiddetta "terapia" di almeno 3 mesi al costo di circa €300,00 più le periodiche (frequenti) "ricariche". Funziona, salvo eccezioni, su circa il 10% dei "pazienti", la maggior parte dei quali riprende a fumare entro o dopo un anno (pressoché come il placebo). La terapia comporta effetti collaterali molto spiacevoli, a volte drammatici (suicidio).
La seconda offre una sigaretta tecnologica che lascia il piacere di fumare, non provoca alcun effetto collaterale, costa intorno ai 2 euro per l'equivalente di un pacchetto di sigarette tradizionali, e dà il piacere (probabilmente dopo qualche giorno di uso) di fumare.
